Manager aziendali e imprenditori da sempre adottano come principio fondamentale nella gestione aziendale la misurazione delle prestazioni. I KPI, indicatori di prestazione, rappresentano una metrica per valutare la prestazione generale o quella di singoli processi e delle operazioni che li compongono; offrono dunque una fotografia in tempo reale dell’andamento delle prestazioni aziendali e supportano la gap analysis tra le prestazioni in atto e gli obiettivi da raggiungere.
Il contesto economico caratterizzato da complessità e incertezze, i nuovi fenomeni sociali, il rapido affermarsi di nuove tecnologie, l’evoluzione normativa e l’esigenza di non adeguarsi ai cambiamenti ma anticiparli, focalizzano sempre più l’attenzione di manager e imprenditori sulla gestione dei rischi.
L’approccio del “Risk Based Thinking”, pensiero basato sul rischio, (vedi gli articoli: “Risk Based Thinking – oltre alla conformità per generare valore” e “Risk Based Thinking – applicazione alla Salute e Sicurezza dei lavoratori”) introduce i KRI – indicatori di rischio – misure per individuare la potenziale presenza, il livello o trend di un determinato fattore di rischio.
I KRI hanno una connotazione predittiva; superando una certa soglia predefinita devono allertare azioni di mitigazione, con particolarmente riferimento agli impatti rilevanti che potrebbero compromettere il raggiungimento di obiettivi.
Da queste considerazioni preliminari emergono 2 quesiti:
- quali differenze sostanziali connotano KPI e KRI?
- esiste un tipo di relazione tra KRI e KPI che, se estrinsecata, genera valore?
La differenza evidente tra KPI e KRI riguarda l’oggetto della misura, prestazione e rischio che sia (P o R); esiste tuttavia una differenza molto più importante e profonda che riguarda la natura stessa dell’indicatore (I).
I KPI forniscono misure ex-post, cioè informazioni su un obiettivo raggiunto o meno, con eventuale gap analysis; i KRI forniscono misure ex-ante, cioè anticipano eventi che potrebbero avere un impatto sulle performance aziendali e di conseguenza sul raggiungimento dell’obiettivo.
L’affermazione conseguente è anche la risposta al secondo quesito sul legame tra KRI e KPI: l’indicatore di rischio è predittivo dell’indicatore di prestazione.
Consideriamo alcuni esempi di KRI con possibili relazioni con KPI
- Gestione Personale
- Tasso turnover volontario del personale (KRI) come indice di attrattività dell’impresa (KPI)
- Percentuale giorni di malattia causa infortuni (KRI) come indice della sicurezza sul lavoro (KPI)
- Gestione Conformità Prodotti
- Numero reclami (KRI) come rappresentativo delle qualità dei prodotti (KPI)
- Numero contenzioni (KRI) come capacità di gestire la clientela (KPI)
- Gestione Audit Interni
- Numero di non conformità rilevate (KRI) come indice del corretto funzionamento dei processi aziendali (KPI)
- Numero di non conformità rilevate e non risolte (KRI) come rappresentativo dell’efficienza aziendale (KPI)
L’applicazione reiterata del modello “Risk Based Thinking con l’utilizzo di metriche per la misurazione delle prestazione (KPI) E’ così possibile arrivare alle migliori decisioni per ridurre le incertezze, garantire i risultati e mitigare gli impatti negativi sull’azienda. |